Giovedì, 13 febbraio 2020
Alle 18:30
Il più geniale e tormentato artista del Rinascimento italiano, Michelangelo Buonarroti, i cui capolavori (dalla Pietà Vaticana agli affreschi della Cappella Sistina, dal David alle Tombe Medicee) sono universalmente noti, fu anche un infaticabile cultuore e fruitore della parola scritta, in tutte le sue possibili declinazioni: appunti privati, lettere, ricordi diaristici, poesie… In questa conferenza si mostrerà dunque per quali ragioni e con quali funzioni, nel lunghissimo arco della sua vicenda biografica, Michelangelo abbia fatto ricorso, sistematicamente, alla scrittura. Si rifletterà, in particolare, sul rapporto tra espressione artistica ed espressione verbale, per illustrare come entrambe abbiano giovato al Buonarroti per formalizzare e comunicare i contenuti della sua inquieta e drammatica interiorità. Dalle migliaia di pagine scritte da Michelangelo, quali aspetti della sua personalità emergono con maggiore evidenza? Si può parlare di un Michelangelo ‘segreto’, che si confessa solo attraverso la scrittura, in antitesi al Michelangelo ‘pubblico’, da tutti conosciuto grazie alle sue famosissime opere?